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L’allenamento intenso aiuta il sonno: lo conferma uno studio giapponese

La correlazione tra il sonno e l’esercizio fisico è un altro degli argomenti su cui istituti di ricerca e università investono molte energie. Uno dei più recenti, ad esempio, ha evidenziato come un allenamento intenso possa apportare giovamento alla qualità del sonno.

La ricerca in questione, pubblicata sulla rivista scientifica Nature, è stata condotta da numerosi studiosi appartenenti a diverse Università del Giappone: lo scopo era quello di dimostrare come un allenamento aerobico, anche abbastanza intenso, possa avere un impatto positivo sulla qualità del sonno degli adulti, specie quello chiamato “a onde lente”, vale a dire il sonno più ristoratore.

Per verificare la loro ipotesi, gli scienziati hanno coinvolto nove giovani uomini sani che non si erano mai allenati regolarmente. Dopo averne valutato le abitudini del sonno, la dieta e il consumo di alcol e caffeina, li hanno sottoposti ad un allenamento di corsa sul tapis roulant di 60 minuti 6 ore prima dell’ora di mettersi a letto.

L’esperimento è stato preceduto da una notte di adattamento nella camera metabolica, durante la quale ai partecipanti sono stati collegati sensori ed elettrodi del sistema di registrazione polisonnografico.

Nei 5 giorni precedenti invece, i partecipanti hanno mantenuto un programma costante di 8 ore di sonno/16 ore di veglia, si sono astenuti dall’ingerire bevande contenenti caffeina e alcol e dall’eseguire attività fisica ad alta intensità.

I nove uomini hanno svolto l’allenamento su un tapis roulant al 60% della propria capacità per 60 minuti, a partire dalle 6 ore prima di addormentarsi; durante l’esercizio i sensori posizionati sul corpo registravano i vari cambiamenti metabolici, compresa la temperatura corporea.

Al risveglio dopo otto ore di sonno il mattino seguente, i partecipanti all’esperimento hanno lamentato un peggioramento della qualità del riposo notturno. A sorpresa però, la lettura dei loro elettrocardiogrammi (ECG) dimostrava l’esatto contrario: secondo le registrazioni, infatti, i processi fisiologici che inducono il sonno profondo erano migliorati.

Questa incoerenza tra giudizio e riscontro dei dati potrebbe, secondo i ricercatori, dipendere dal fatto che i volontari non fossero abituati a un allenamento così intenso, né allo stress dovuto a condizioni di sonno non abituali. L’organismo però aveva dato una risposta completamente diversa.

Un altro dato interessante emerso è stato l’aumento del dispendio energetico durante l’allenamento, che ha portato a un maggiore consumo di ossigeno, un aumento della frequenza cardiaca (fino al 238%!) e della temperatura corporea interna.

Condizioni che sono rimaste invariate anche per diverse ore dopo l’allenamento: uno stato metabolico che indubbiamente produce effetti positivi sul sonno, facilitando proprio quello più profondo e ristoratore.

A conclusione dello studio, i ricercatori hanno precisato che “sebbene l’esercizio fisico intenso non porti a un miglioramento soggettivo della qualità del sonno, una misura oggettiva di quest’ultima mostra invece un quadro più complesso, che indica un effetto opposto e assolutamente benefico per il riposo e per l’organismo in generale”.

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