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Arriva il black friday! Ma perché si chiama così e quali sono le sue origini?

La data più attesa dell’anno da tutti gli amanti dello shopping è solo e soltanto una: il black friday, che quest’anno sarà il 26 novembre. È il “venerdì nero” dello shopping, la giornata in cui centri commerciali, negozi e nell’era di internet anche e soprattutto gli ecommerce, applicano grossi e imperdibili sconti alla maggior parte dei propri prodotti.

All’iniziativa aderiamo anche noi di Materassi&Materassi, ma la nostra iniziativa s’incentrerà su più giorni, i cosiddetti “Black Days”: dal 19 al 29 al novembre applicheremo scontistiche particolari ad alcuni dei nostri prodotti. Seguici e scopri quali offerte abbiamo riservato per te.

Tornando però al black friday, ormai tutti sanno cos’è e in che cosa consiste ma in pochi, pochissimi, conoscono il perché si chiami così e quali siano le sue origini. Tutto, ovviamente, parte dagli Stati Uniti, patria del marketing e della maggior parte delle idee commerciali.

Il black friday come lo conosciamo oggi si è verificato per la prima volta negli anni ‘50: era il venerdì seguente al giorno del ringraziamento, importante festa nazionale americana che si celebra il quarto giovedì di novembre. Dopo i festeggiamenti del giovedì, molte persone, specialmente negli uffici e nelle scuole, facevano “ponte” restando a casa.

Da qui l’idea dei negozianti (non si sa esattamente quando, ma sicuramente prima della nascita del termine black friday) di applicare sconti significativi per attirare le persone rimaste a casa e soprattutto dare il via al periodo natalizio con una spinta positiva.

I primissimi ad applicare questa idea furono i macellai, che vendevano a prezzi scontati i tacchini avanzati dal giorno prima. È evidente che di “nero” questo venerdì non aveva proprio niente e allora perché si parla di black friday?

Ci sono tante storie dietro il motivo, alcune verosimili altre che assomigliano più che altro a leggende metropolitane. Una delle più plausibili narra che il termine black friday sia nato a Philadelphia, sempre negli anni ‘50. A testimoniarlo c’è un articolo di giornale del 1961 che fa riferimento al venerdì dopo il giorno del ringraziamento che fu “black” ma per i poliziotti,

costretti a lavorare su turni da 12 ore per tenere sotto controllo un enorme numero di persone che si riversava sulle strade, proprio per effetto degli sconti proposti da negozi e centri commerciali.

Non solo: ad aggiungersi a questo, a Filadelfia il sabato dopo il giorno del ringraziamento veniva disputata una partita di football tra la Navy e la Army, i due compartimenti dell’esercito americano, che richiamavano un gran pubblico proveniente da tutto l’est America.

Le lunghe code per assistere a questa partita di football da un lato, le migliaia di persone che uscivano per andare a fare compere dall’altro, creavano un pazzesco ingorgo che parecchie ore costringeva i poliziotti a lavorare su turni massacranti e senza sosta. Quello per le forze dell’ordine era un vero “Black Friday”.

Da lì si è iniziato a parlare di Black Friday non soltanto come un giorno funesto per i poliziotti ma come una ghiotta opportunità per fare grandi incassi per tutti i commercianti. Il nome però non convinceva, perché il termine black veniva associato a un qualcosa di negativo. Così negli anni ‘60 si provò a cambiare black in big. Hai mai sentito parlare di Big Friday? No, evidentemente perché la cosa non ha funzionato.

Allora i commercianti hanno provato a dare un senso diverso al termine black, riferendosi ai conti: nei libri contabili, infatti, si usa la penna rossa per annotare le perdite, mentre quella nera serve per registrare i guadagni. E siccome in quel giorno si fanno grossi profitti, da quel momento il black friday ha finalmente guadagnato un’accezione positiva per negozianti e commercianti.

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