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Quanto si può stare senza dormire?

Quante volte capita di fare delle sfide o provare a compiere qualcosa di impossibile? Soprattutto in giovane età facciamo spesso delle gare con gli amici per metterci alla prova e dimostrarci migliori di tutti. Ma avete mai provato a stare senza dormire? A fare una gara di privazione del sonno? Non stiamo parlando di andare a letto all’alba o dopo 24 ore dal risveglio, ma di non toccare il letto e rimanere perfettamente svegli per giorni e giorni.
Randy Gardner, uno studente di San Diego in California, all’età di 15 anni è riuscito a rimanere sveglio per 264 ore e 40 minuti di seguito, che corrispondono esattamente a 11 giorni e 25 minuti. La sua sfida è nata per gioco, come spesso accade, e dati i primi risultati un numero sempre più crescente ha dimostrato il proprio interesse nella sua impresa. Gli amici si sono prodigati per dargli il turno ed intrattenerlo e seguirlo ovunque, anche in bagno per esempio per evitare che provasse a dormire anche solo un paio di minuti, ed altre persone invece si sono tenute informate circa gli sviluppi della gara. In particolare, è stato il ricercatore William C. Dement ad appassionarsi al caso, in quanto la sua materia di studio era proprio il sonno. Con l’intervento di Dement la goliardata del giovane Gardner e dei suoi amici si è quindi trasformata in una ricerca scientifica, in quanto nell’arco degli 11 giorni Randy è sempre stato sottoposto a controlli medici e ha risposto a numerosi test, senza mai assumere alimenti o bevande stimolanti, contenenti cioè caffeina, né farmaci. Randy è rimasto sveglio ed attivo per tutto il tempo facendo ripetute docce fredde, lunghe camminate, partite di basket o altre attività fisiche.
All’undicesimo giorno, al momento di ripetere il medesimo test dei giorni precedenti che consisteva nel contare alla rovescia da 100 a 0, rimuovendo progressivamente 7, al numero 65 si è fermato. Negli appunti di Dement a tal proposito si legge che il ragazzo appariva confuso e disorientato, aveva delle difficoltà a scandire adeguatamente le parole e a mettere a fuoco gli oggetti, ed aveva delle temporanee perdite d’identità. Infatti, alla domanda “Perché ti sei fermato” durante il test, la sua risposta immediata è stata “Non mi ricordo più cosa stavo facendo!”.
Il seguito di questa storia vede una lunga dormita di 14 ore di fila di Randy e nessun problema a livello di sistema nervoso a lungo termine.
Nonostante nel tempo diverse persone abbiano sostenuto di aver superato il record di 264 ore di veglia consecutiva, il guinness dei primati dall’8 gennaio 1965 è sempre detenuto da Randy Gardner.
Oltre all’emulazione, nel tempo si sono susseguiti numerosi studi per capire quali sono gli effetti di una privazione importante del sonno e ne è emerso che il cervello si “autoconsuma”. Uno degli ultimi esperti che lo ha sostenuto è il ricercatore Michele Bellesi dell’Università Politecnica delle Marche che ha recentemente condotto uno studio prendendo in esame un gruppo di roditori. Il ricercatore ha sottoposto i topolini a condizioni di lavoro e sonno differenti e in quelli che non riposavano da 5 giorni consecutivi ha riscontrato una maggiore attività degli astrociti nelle sinapsi, che significa una maggiore divorazione delle connessioni tra neuroni. Il rischio che si corre quindi a non dormire per tanti giorni di seguito è quello che le cellule responsabili di far pulizie tra le sinapsi comincino a eliminare porzioni di connessioni laddove non dovrebbero, cosa che succede a chi soffre di demenza e di Alzahimer.
Rispetto al passato abbiamo fatto dei grandi passi in avanti ed è stato dimostrato appunto che le significative privazioni di sonno non fanno bene. Bisogna quindi trovare sempre il tempo per dormire e riposare.

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