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Non riesci a dormire 7 ore di seguito? La risposta potrebbe arrivare dal nostro passato

Una delle prime cose che abbiamo imparato sul sonno sin da piccoli, è che per ottenere un riposo di qualità è necessario dormire almeno 8 ore per notte. Ovviamente la cosa è molto soggettiva, ma le linee guida dei principali istituti medici e specialistici mondiali raccomandano di dormire non meno di 7 ore.

In realtà per molte persone non sembra scontato nemmeno riposare per 6 ore consecutive, un’abitudine che potrebbe derivare dal nostro passato, o meglio da quello dei nostri antenati.
Nell’era preindustriale infatti il sonno era visto in un modo completamente diverso.
In uno studio pubblicato su The American Historical Review, il professore Roger Ekirch della Virginia Tech (Stati Uniti) sostiene che in passato gli uomini europei erano soliti svegliarsi nel corso della notte per svolgere alcune attività.

Ci si alzava per fumare tabacco o addirittura andare a visitare i vicini. Chi restava a letto, faceva l’amore con il proprio partner, pregava, oppure, la cosa più interessante, rifletteva su ciò che aveva sognato durante il ‘primo sonno’. Dunque il sonno “bifasico” o segmentato era la norma: dormire tante ore consecutive pare infatti sia una tendenza che l’uomo ha acquisito relativamente di recente.

Per arrivare a questa conclusione, Ekirch ha analizzato una grande varietà di fonti (diari, deposizioni, libri, corrispondenza) in cui venivano citate le modalità di riposo degli uomini vissuti prima del XVIII secolo.
Secondo lo storico potrebbero essere stati i cambiamenti della vita moderna, più agiata e comoda, ad aver modificato il nostro modo di dormire. La possibilità di regolare la temperatura o accendere e spegnere la luce artificiale a piacimento, sono fattori che in un qualche modo hanno “scollegato” il sonno dai naturali ritmi quotidiani e stagionali.

Questa tesi ha rafforzato per esempio un esperimento condotto nel 1991 dallo psichiatra Thomas Wehr, che ha voluto allora verificare cosa accadeva privando alcune persone della luce artificiale di notte per diverse settimane: per la maggior parte di loro il riposo diventava bifasico e diviso solitamente in due periodi, con un intervallo di veglia che poteva durare da una a tre ore.

In realtà studi più recenti hanno dato risultati contrastanti. Una ricerca condotta in Tanzania, Namibia e Bolivia, ha evidenziato che gli abitanti di queste località avevano modelli di sonno simili, caratterizzati da lunghi periodi di riposo consecutivi nessuna prova di sonno segmentato.

Un altro studio pubblicato nel 2019, ha analizzato il sonno nei villaggi indigeni (con e senza illuminazione elettrica) dell’isola di Tanna a Vanuatu, nel Sud del Pacifico. I ricercatori hanno scoperto che la maggior parte degli abitanti dell’isola avevano un sonno monofasico e ininterrotto.

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Anche se il nostro modo di dormire avesse davvero che fare con abitudini radicate nei nostri antenati, non ci stancheremo mai di sostenere che un buon materasso incide in maniera determinata sulla qualità e la durata del riposo.
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