Il gesto di spostare le
lancette dell’orologio un’ora avanti a primavera ed un’ora indietro in autunno
è per noi un’abitudine radicata, ma non le sue conseguenze, le quali possono
sempre generare dei leggeri sfasamenti.
Infatti, il cambiamento nell’esposizione giornaliera alla luce influenza tanto
lo stato di veglia tanto il riposo ed alcuni soggetti più delicati possono
risentirne maggiormente, come i bambini per esempio.
L’ora legale e l’ora solare vedono gli albori nel nostro paese nel 1916,
durante la guerra, e sebbene nel corso degli anni siano state più volte abolite
e poi ripristinate, il motivo della loro esistenza e presenza si rintraccia nel
consentire un risparmio energetico sfruttando maggiormente la luce del sole e
non la corrente elettrica. Dal 2010 in Italia l’ora legale comincia alle 2:00 del mattino dell’ultima domenica di marzo e l’ora solare inizia alle 3:00 del
mattino dell’ultima domenica di
ottobre.
Come accennato, i cambiamenti circa l’alternanza tra luce e buio creano
un’alterazione a livello di ritmi circadiani e sebbene per alcune persone non
rappresenti un problema, per altre si parla invece di disturbi circadiani secondari. A
differenza di quelli primari, che sono provocati dall’incapacità di allineare
il proprio ritmo sonno-veglia con quello dell’ambiente circostante, i disturbi
circadiani secondari sono causati dai cambiamenti imposti, come quelli dell’ora
legale o dell’ora solare che costringono le persone a rivedere i propri ritmi.
La sincronizzazione dell’orologio
biologico con l’orologio esterno non è un fattore
automatico, qualcuno può impiegarci qualche giorno di più a regolarizzare il sonno e a
svegliarsi all’orario giusto. Può capitare infatti che con l’arrivo dell’ora
solare, sebbene si possa dormire di più, ci si svegli prima, mentre nei primi
giorni di ora legale si fatichi a prender sonno in quanto la produzione
di melatonina,
che favorisce il sonno e si sintetizza quando non c’è luce, ritarda il suo
processo perché il sole tramonta più tardi.
Entrambi i cambiamenti quindi influenzano il riposo e questo si riflette
inevitabilmente sulle azioni quotidiane, esponendo a stress maggiori e a livelli di concentrazione più bassi.
La durata dello sfasamento è di pochi giorni, ma tuttavia si possono evitare o
risolvere in tempi ancora più rapidi adottando dei piccoli accorgimenti dalla
grande utilità.
I primi tre consigli che adesso vedremo dovrebbero essere considerati come
linee guida da seguire a partire da circa una settimana prima dal cambio dell’ora, così da
abituare il corpo con gradualità, senza scombussolarlo eccessivamente. Gli
ultimi due punti invece sarebbero da adottare in concomitanza con il cambio
dell’ora.
1) Assecondare il sonno, facendo delle scorte di sonno, come dei pisolini pomeridiani se necessario. L’idea è quella di non stancarsi troppo in procinto del cambio dell’ora e di non privarsi del sonno.
2) Anticipare la sveglia la mattina, nell’ordine di 15/20 minuti per abituarsi gradualmente al suono anticipato; allo stesso modo, sarebbe preferibile andare a letto prima la sera così da mantenere inalterate le ore di sonno.
3) Rimanere leggeri a cena, sia a livello di cibi che di bevande stimolanti ed eccitanti, come gli alcolici. In questa fase che anticipa il cambio dell’ora è molto importante seguire i consigli per dormire bene.
4) Concedersi un weekend rilassante, il sabato e la domenica a cavallo del cambio dell’ora dovrebbero essere due giornate all’insegna del relax per non mandare l’organismo in deficit di energie.
5) Iniziare la nuova settimana con attività poco intense, per non sovraccaricarsi. Quindi sarebbe utile programmarsi le prime giornate dopo il cambio dell’ora in maniera più blanda e leggera.